Collane

Collana diretta da

Vita Fortunati e Claudio Franceschi

Comitato scientifico
Maria del Sapio, Zelda Alice Franceschi, Gilberta Golinelli, Paola Govoni, Ugo Fabietti, Gabriella Imposti, Donata Luiselli, Rita Monticelli, Manfred Pfister,
Suresh Rattan, Adelina Sanchez Espinosa, Stanley Ulijaszek, Roberto Vecchi, Flavia Cuturi, Gastone Castellani

La collana Studi e Incontri tra Discipline nasce dall’esigenza profondamente sentita dai membri del comitato scientifico di favorire e incoraggiare le ricerche e gli studi transdisciplinari a livello europeo e trans/ europeo. La complessità del mondo in cui viviamo richiede il dialogo e l’incontro tra studiosi che operano in diversi settori disciplinari e che possiedono competenze diversificate. La cultura parcellizzata, il sapere troppo specialistico e chiuso, l’eccessiva frammentazione della conoscenza non appaiono più adeguati per indagare le complesse questioni che i rapidi sviluppi tecnologici e scientifici pongono a livello sociale e politico. Essi richiedono una ricchezza e lucidità d’analisi che solo una conoscenza integrata e trasversale può fornire. La collana nasce dall’esperienza e dalla ricerca di progetti europei che hanno visto scienziati e umanisti dialogare tra loro per indagare alcuni temi centrali nella nostra contemporaneità quali la vecchiaia, la nutrizione e la memoria. L’intento è quindi di eliminare gli steccati tra le discipline ancora molto forti nell’accademia e di fornire nuovi strumenti per una didattica universitaria profondamente rinnovata e all’avanguardia. La collana quindi si presenta come uno “spazio” aperto non solo agli studiosi, ma anche ai giovani interessati a ricerche nate dalla convergenza di più discipline. Proprio per questo si pubblicheranno studi e ricerche non solo in italiano, ma anche in altre lingue.

I volumi della collana Studi e Incontri tra Discipline

Collana diretta da

Bruno Capaci, Loredana Chines, Stefano Scioli, Paola Vecchi Galli, Marco Veglia

Non di tutti i politropi il racconto cangiante e avvolgente perdura, com’è accaduto a quello di Ulisse. Talvolta esclusi dalla nostra tradizione culturale ma non sempre. Seguaci del bello e del vero. I politropi sono gli esclusi ma anche i più invitati perché nessuno, come loro, sa cosa dire e soprattutto come dirlo. Proteiformi, dalla parola affascinante, talvolta noti a una ristretta cerchia di specialisti, talvolta affabulatori di grande consenso popolare, i politropi dividono ma nello stesso tempo affascinano chi voglia ascoltare un racconto che ha sempre qualcosa di mai detto prima, se non altro nel modo. Sono essi gli istrioni e le istrione? Sono le sirene del nostro tempo? Parlano alla pancia? O educano la mente con il cibo prelibato della curiosità che si rinnova nell’invito di Ulisse a fare della propria esperienza una religione di vita. Di che cosa si occupano i politropi? Della vita. Uomo, donna, cortigiano, affabulatore e affabulatrice che sia, il politropo comunica senza preoccuparsi troppo del suo statuto di irregolare o meglio di accademico irrituale. Il politropo ha goduto di un certo disinteresse da parte degli studiosi. È questa un’umile ma tenace occasione d’indagine filologica offerta a chi pensa che la curiosità sia riconoscimento intellettuale di non trascurabile importanza.

I volumi della collana Lo Scaffale dei politropi

I volumi della collana Per Nubes