Autrice: Irene Zanot
Universitariae
Disponibile OPEN ACCESS e scaricabile in formato digitale DOI: doi10.17457_9788866804352_Zanot.pdf
Partendo da alcune definizioni lessicografiche selezionate tra moltissime altre meritevoli di interesse, il presente studio si propone di raccontare la storia della parola francese araignée fotografando parte della costellazione semantica che si tesse attorno alla stessa.
Il percorso si snoderà seguendo tre “fili” conduttori, i quali rappresentano altrettanti “stereotipi linguistici”: anzitutto, ritracceremo la vicenda di una forma sapienziale originaria della Grecia (che chiameremo “apoftegma di Anacarsi” in omaggio a colui che è stato individuato come suo primo enunciatore), la quale ricordava che les lois sont des toiles d’araignée qui n’arrêtent que les mouches et sont rompues par les frelons.
Ci soffermeremo poi su un dicton caro ai francesi quale araignée du matin, chagrin, araignée du soir, espoir e, infine, su una locuzione non meno famosa, avoir une araignée dans le plafond, la quale si addensa di echi letterari: è difatti a nostro avviso possibile cogliere un riflesso di questa espressione originaria dell’argot nella poesia “aracnea” di Charles Baudelaire.
Vedremo in questo modo disegnarsi una rete (altro termine strettamente connesso al nostro zoonimo) i cui nodi rappresentano altrettanti punti dove si fissano e, non di rado, si sovrappongono valori semantici di portata differente, finanche in contrasto tra loro, i quali mettono in piena luce la ricchezza simbolica e figurativa della araignée.
Autrice
Irene Zanot è ricercatrice di tipo B di Lingua e Traduzione Francese presso l’Università di Macerata per i corsi di studio in Mediazione Linguistica. Membro della SUSLLF e dottore di ricerca in letterature comparate, è stata nel consiglio di amministrazione del Centre International Jules Verne di Amiens. Ha pubblicato articoli sulla linguistica giuridica nell’état d’urgence sanitaire, sull’interpretazione di trattativa durante la pandemia e saggi sull’autore dei Voyages extraordinaires e su Edgar Allan Poe (inclusa una monografia intitolata L’arte del cadere vincitrice del “Premio Opera Critica” 2012), su Raymond Queneau e su Gaston Leroux. Recentemente ha curato con Simona Pollicino la pubblicazione degli atti del convegno Parole che non c’erano. La lingua e le lingue nel contesto della pandemia (2021).